"In fondo è bello scoprire che la foto di quella cartolina è proprio il luogo in cui si vive." Terminava così il comunicato di presentazione della "Festa di primavera" di Succhivo, un'escursione per i vicoli di questa contrada che ha avuto il merito di svelare, ancora una volta, il fascino segreto di Ischia, un'isola che non smette mai di stupire a dispetto della superficialità con cui, spesso, turisti e residenti affermano invece di conoscerla.
Succhivo, poi, è una vera e propria sorpresa, schiacciata com'è dalla più celebre Sant'Angelo. Eppure non è stato sempre così. Un tempo, infatti, erano i pescatori di Sant'Angelo a recarsi nella vicina Succhivo per barattare un cesto di pesce ('a spasella in dialetto) con ortaggi e frutta di stagione. Poi le cose sono cambiate ed è Succhivo a esser diventata un'appendice di Sant'Angelo, appetibile turisticamente per la sua vicinanza al borgo e le tariffe più vantaggiose praticate dagli hotel e le pensioni che man mano sono nate in zona.
Insomma, il turismo ha cambiato le coordinate economiche e sociali di Ischia, anche se, per fortuna, rimangono molte tracce del passato rurale dell'isola. Tracce, che sotto la spinta di un nuovo modo di fare turismo promettono, però, di trasformarsi in qualcosa di più che semplici testimonianze. Ed è questo il messaggio veicolato dalla giovane "Associazione Gertrud Streicher" che ha organizzato l'evento in collaborazione con la Pro Loco di Succhivo.
Un itinerario, suddiviso in quattro tappe, per riscoprire i "colori e i sapori di Succhivo" e soddisfare, allo stesso tempo, il "bisogno di comunità" che torna a far capolino dopo anni di individualismo spinto. La passeggiata parte dalla Chiesa Santa Maria di Montevergine, proprio di fronte i locali dell'associazione. Una chiesa piccola, a una navata, ornata da una tela del pittore lacchese Alfonso Di Spigna e dalle statue di San Michele Arcangelo e San Vincenzo Ferreri, rispettivamente patrono di Sant'Angelo e Serrara Fontana.
La contemporanea presenza delle due effigi restituisce, da un punto di vista devozionale, l'identità di Succhivo, il suo trovarsi in mezzo tra i contadini di Serrara Fontana e i pescatori di Sant'Angelo. E, infatti, l'antico abitato della frazione si sviluppa interamente ai lati della mulattiera che fino agli anni '50 del secolo scorso univa Succhivo con Sant'Angelo e Serrara (via Panza).
Una strada di campagna ancora oggi ricca di cantine e poderi, compresi i quattro in cui si è fatto tappa per l'occasione. L'orto di Pasquale e la cantina di Zio Michele; la fattoria di Nonno Franco; il giardino degli agrumi e, per ultimo, il belvedere "merra di mare" (a fianco il bel residence Costa del Capitano), sono state le tappe di un intenso e soleggiato pomeriggio di maggio trascorso tra assaggi di vino, bruschette, fave, ventresca fino all'immancabile limoncello, rigorosamente secondo ricetta artigianale.
Insomma, Succhivo è un altro capitolo del racconto di Ischia. Un capitolo in cui la profonda umanità di una donna tedesca, innamorata del borgo e dell'isola, rivive grazie all'ospitalità di chi ne ha raccolto il testimone mettendo in piedi iniziative come la "Festa di primavera" già entrata a pieno titolo negli imperdibili eventi del maggio ischitano.
Viva Succhivo e l'isola d'Ischia!
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